Anche la Filt e l’intera CGIL si troveranno a fare i conti
con questa fase che si caratterizza di cambiamenti significativi,
se non epocali. Come attivisti e come lavoratori
iscritti al sindacato è necessario impegnarsi per trovare
la forza e il coraggio di affrontare questo “secolo nuovo”,
con la necessaria sapienza, partendo in primo luogo
da un ritorno al territorio, ad un confronto sempre più
diretto e cristallino con il lavoratore. Dobbiamo recuperare
cioè, quel legame con il lavoratore che lungo i decenni
è andato in parte sfaldandosi: perché ogni legame,
quando è “libero”, deve costantemente essere rinnovato,
se no, perché ci si deve reciprocamente fidare?
Di
aiutare ad abbattere la stupida separazione fra
“sindacalista” e “lavoratore”, dimostrando che ogni
lavoratore è parte attiva del suo sindacato (con tutte
gli oneri e onori che questo comporta) e ogni sindacalista
è prima di ogni cosa un “lavoratore”.
In quest’ottica, raccogliere le energie dalPerché anche le generazioni future hanno bisogno che
si ritrovi, già da oggi, compattezza fra i lavoratori e un
sindacato onesto, trasparente ed efficiente.
Perché ci attendono anni bui. Molto bui. E non dipenderà
certo, o solo, dai risultati usciti dalle urne.
A. T.
DOTE AC/AV
la storia dei
lavoratori e del sindacato,
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